LA TERRA DENTRO

LA TERRA DENTRO

I Poeti dialettali del lametino

 

Il 6-9-2019, nella Chiesa Matrice S. Andrea Apostolo di Curinga, è stato presentato il libro “La Terra Dentro”, I poeti dialettali del lametino, del prof. Filippo D’Andrea.
Una brillante raccolta di autorevoli poeti dialettali che racchiude, contemporaneamente quelli della piana di Lamezia Terme (Nicastro, Sambiase, S. Eufemia Lamezia), Pianopoli e Feroleto, per estendersi poi ai paesi del Reventino come: Gizzeria, Falerna, Conflenti, Platania, Decollatura, Motta Santa Lucia , Soveria Mannelli, Martirano Lombardo, San Mango e Nocera Terinese.
Racchiude pure i paesi della dorsale di Monte Contessa come Cortale, Jacurso, Maida, San Pietro a Maida e Curinga. 
Sicuramente incompleto affermava l’autore prof. D’Andrea perché, tanti altri avrebbero meritato a pieno titolo di fare parte di questa raccolta, e Curinga, che annovera ben otto suoi rappresentanti, ne poteva offrire molti altri.
Basta pensare a Mastro Giuseppe Senese, a don Peppino Sgromo, a Giuseppe Cirianni, alla Prof, Maria Russo, al Prof. Sebastiano Augruso, al Rag. Don Mario Frijia, e a tanti altri che, sistematicamente, fanno circolare all’interno del paese Satire politiche scritte in dialetto locale, che però preferiscono mantenersi all’ombra e nell’anonimato.
È solo un primo volume e ci sarà un seguito perché da solo, affermava il suo autore, non poteva ospitarne di più rispetto a quelli che ha già ospitato.
Diceva nella sua introduzione il parroco Don Pino Fazio, ribadito anche dal prof. Filippo D’Andrea, che il dialetto è una cosa mutabile, nel senso che non trova una scrittura univoca ed un unico significato nella stessa parola perché, se ci si sposta di pochi chilometri sul territorio, o ci si sposta, in alcuni paesi, da una Ruga ad un’altra, cambia pronuncia e significato.
Gerhaed Rohlfs, nel suo Nuovo Dizionario dialettale della Calabria, mette in evidenza proprio questo, ed arriva a suddividere la Calabria in settentrionale e meridionale evidenziandone le differenze di significato, di scrittura e di pronuncia di determinate parole dialettali.
I Lametini hanno un loro Dizionario di riferimento in: “La lingua dei padri”, di Santo Sesto, Maestro Elementare prima e Direttore Didattico poi.
È anche questo un ottimo riferimento per chi scrive o si accinge a scrivere nella “Lingua del Popolo”.
“La Terra dentro”; l’autore prof, D’Andrea, non poteva titolare diversamente un libro come questo, non poteva cioè trovare altro titolo più appropriato perché, è proprio “La Terra dentro” che spinge un qualsiasi autore dialettale a descrivere, ricordare e rievocare tempi, fatti, tradizioni, chiese, Santi e Madonne, paesaggi, tramonti e personaggi i quali, costituiscono sempre i contenuti delle varie opere dialettali.
E, cosa ancor più importante, il poeta dialettale lo fa nella sua lingua, nella lingua della sua comunità, in dialetto, che è il patrimonio principale di chi nella comunità abita, o è nato e vissuto, od ancora solo vissuto per un limitato lasso di tempo.
È la lingua dialettale quella “Terra dentro” di cui parla il prof. D’Andrea, quella che costituisce il cordone ombelicale che lega le persone alle proprie origini e alle proprie radici.
Un grazie rivolgiamolo al prof. D’andrea e a Don Pino Fazio, parroco di Curinga, che hanno avuto l’idea di scegliere proprio questo luogo per promuovere questo libro che, tanto ha da insegnare soprattutto alle nuove generazioni locali.
Un altro grazie va rivolto verso i Mastri Calzolai poeti e musicisti, ai Mastri Falegnami e mastri Sarti anch’essi poeti, che hanno costruito la storia della nostra comunità, operando, sacrificandosi e lavorando sodo.
Non Giuseppe Garibaldi che ha sostato in Curinga ha fatto la nostra storia, ma piuttosto questi personaggi, le maestranze artigianali che hanno provveduto a lasciarci un paese più civile possibile, provvedendo a trasmetterci anche il loro mondo, il loro modo di vivere e ciò che hanno vissuto, descrivendo Tempi Infami e Tempi di Crisi, quando questi lo erano, ma anche Tempi Moderni e storie vissute, storie di personaggi tipici che, col loro modo di fare, hanno reso più leggera la quotidianità della comunità.
Er. Ga.