FASCINATRICE
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FASCINATRICE
Mi facisti a puocu a puocu
pe’ mmu vrusciu, pe’ mmu ardu
cu ssa fiamma, cu ssu fuocu
chi ttu tieni nta lu sguardu.
Mi facisti, cu lu risu
de ssi labbra de cerasu,
cuomu eletta ’mparadisu
nta lu core tua mu trasu.
Composizione aggraziata, in cui ricorre il magnetismo dello sguardo dell’amata Bettina. In pochi versi, appena abbozzati ma densi, l’autore esprime, dapprima, la storia d’amore in cui lentamente è bruciato ed arso; di poi, il passaggio alla visione del godimento celestiale (quasi in un mondo stilnovistico, ma con uno sviluppo in più, originale, anche se di marca popolaresca). Attraverso il sorriso delle labbra, che hanno il sapore e la freschezza delle ciliege, la donna ha fatto entrare — come eletto in paradiso — l’amato nel suo cuore. Tutto ciò nell’insieme, stupendo, di immagini là nitide e gagliarde, qui ariose e leggere.
FASCINATRICE.
Mi hai fatto a poco a poco / bruciare, ardere I con codesta fiamma, con codesto fuoco / che tu tieni (porti, hai) nello sguardo.
Mi hai fatto, col sorriso / di codeste labbra di ciliegia, / come eletto in paradiso / entrare nel tuo cuore.